Prato erboso perfetto: 4 consigli per mantenerlo verde e in salute

prato erboso

Con l’arrivo della primavera il prato erboso di casa ritrova vigore. Con l’inizio dell’estate, tuttavia, dopo alcuni tagli che a maggio si rendono necessari per la grande spinta vegetativa dell’erba, bisogna fare i conti con la sua costante manutenzione.

Non è assolutamente complicato mantenerlo rigoglioso e in salute, ma sono necessari alcuni accorgimenti per evitare che lentamente si deteriori.

Per chi vuole ottenere un perfetto prato casalingo, la primavera è il momento ideale per seminarlo e accudirlo (anche in autunno è altrettanto indicato), ma è in estate sono necessarie le cure maggiori per evitare che secchi e si rovini.

Vediamo insieme i principali consigli per conservare al meglio il proprio prato erboso.

Non stressare l’erba (taglia poco e con costanza)

Sembra banale, ma le operazioni da conoscere per la corretta gestione di un prato erboso sono diverse. Uno dei dubbi maggiormente ricorrenti riguarda la frequenza di taglio: per garantire al prato benessere e longevità, bisogna saper riconoscere quando è ora di rasarlo. La ragione? Perché una tosatura troppo frequente rischia, al pari di una sporadica, per ragioni diametralmente opposte, di essere dannosa. 

Il giardino richiede cura e attenzione continua. E non importa quanto sia esteso. Un prato esteticamente piacevole sarà rigoglioso e brillante, ma per conservarlo in queste condizioni è necessario saper intervenire con le manutenzioni in modo corretto. Non c’è una procedura fissa per la frequenza di taglio: come regola generale si consiglia di intervenire tuttavia ogni 15 giorni. Una regola che fa il pari con la massima di: tagliare poco, ma con costanza. Il tutto con la finalità di non stressare troppo l’erba.

Un prato ben tagliato tende a crescere più in fretta, rinforzandosi. Inoltre intervenire con costanza evita la comparsa di erbacce che infestano giardini e aiuole.

Tosare l’erba troppo spesso, come visto, può risultare invece dannoso, specie quando il terreno si trova in condizioni precarie o è arido a fronte di un periodo di forte siccità. In questo caso è consigliato rallentare il ritmo del taglio perché l’erba è già sufficientemente sotto stress. Le aree ingiallite, in caso di rasatura frequente, patiscono maggiormente. 

Anche tagliarlo troppo sporadicamente presenta tuttavia i suoi svantaggi. Trascurare il prato e far crescere troppo l’erba conduce ad un taglio difficoltoso e può creare danni allo stesso. Oltre a mostrare un aspetto trasandato, la trascuratezza è nociva per l’erba e può essere veicolo per la trasmissione di funghi.

Serve dunque il giusto compromesso.

Rimuovi le erbacce e le piante infestanti 

Rimuovere le erbacce per ottenere un prato in ordine è l’ambizione di molti. Per farlo, però, è necessario diserbarlo con una certa attenzione e continuità. Operativamente si può ricorrere a tecniche ecologiche oppure in modo chimico e selettivo.  

La prima necessità per rimuovere le piante infestanti e le erbacce deriva da un fatto puramente estetico. Quando il prato verde e omogeneo che si è curato inizia a presentare ciuffi di erbe ribelli, allora é giunto il momento di intervenire. 

La seconda, però, è di ordine vegetativo. Ci sono infatti piante a foglia larga, come ad esempio il dente di leone, che tendono a sovrastare il prato, soffocandolo, anche se non tutte si comportano in questo modo. Ci sono piante che conferiscono al giardino un aspetto di prateria naturale anche gradevole,come ad esempio le margherite durante la fioritura. E se dal punto di vista estetico possono infastidire, all’atto pratico le erbe spontanee rappresentano un nutrimento per gli insetti e diventano un utile indicatore di salute del terreno. Ma si tratta di casi particolari dove non vi è l’esigenza specifica di mantenere il prato in condizioni perfette e si può scendere a qualche compromesso. 

In tutti gli altri casi, per diserbarle si può ricorrere a due differenti metodi. Il primo, più economico ed ecologico, consiste nel diserbo manuale, che significa estirpare le erbe infestanti con le mani (o con appositi strumenti) dal prato erboso prendendosi cura di rimuovere sempre le radici degli infestanti. Il secondo metodo è un diserbo selettivo: un’azione mirata con prodotti chimici, anche ecologici, che elimina le erbacce senza danneggiare le erbe circostanti.

Azoto, potassio e fosforo a cosa servono?

Per crescere rigogliose, le piante da giardino vanno concimate. E questo concetto si estende anche al prato erboso. Le sostanze principali, ossia quelle richieste maggiormente per la concimazione da una pianta sono: l’azoto, il fosforo e il potassio. 

Queste si trovano, generalmente, nella composizione standard di quasi tutti i fertilizzanti. 

Ma a cosa servono esattamente?

L’azoto è necessario allo sviluppo delle parti verdi della pianta, quindi è particolarmente indispensabile ai prati erbosi e quando si sceglie un fertilizzante per l’erba questa componente non deve mancare. Il fosforo invece aiuta la fioritura e diventa l’elemento base per i concimi specifici per le piante fiorite, stimolando l’emissione di boccioli. Il potassio, infine, diventa essenziale per le piante da frutta e da orto. 

Queste specificità sono comunque indicative poiché in generale le tre sostanze devono essere sempre presenti e, nello specifico, il loro assorbimento, da parte di un prato erboso, varia al variare delle stagioni. In generale, un prato consuma circa 25 grammi di azoto per metro quadro all’anno, 6 di fosforo e 12 di potassio. In primavera ed autunno il prato consumerà più azoto, mentre in estate ed inverno avrà bisogno di più potassio.

Innaffia il tuo prato quotidianamente

Una buona regola, per mantenere un prato erboso in perfette condizioni, è quella di innaffiarlo tutti i giorni. E non solo d’estate. In generale è necessario farlo con l’unico accorgimento di evitare il formarsi di eccessiva umidità.

Durante i periodi estivi è quasi un obbligo preoccuparsene quotidianamente, se non si vuole repentinamente vedere il proprio giardino virare dal verde al giallo. Tuttavia, anche in primavera ed autunno è fortemente consigliato farlo tutti i giorni, preferibilmente al mattino molto presto. L’alba è il momento migliore poiché l’acqua, dilavando la rugiada notturna, pulisce l’erba da eventuali funghi che si diffondono proprio nella condensa formatasi nel corso della notte. 

Non solo. Il suolo in questo modo ha il tempo di asciugare senza formare un’umidità pericolosa anch’essa per la comparsa di malattie fungine.

La domanda a questo punto sorge spontanea. Appurato che sia necessaria un’irrigazione quotidiana e controllata, quanta acqua è necessaria?

Le variabili sono essenzialmente due: la stagione in cui ci troviamo e la tipologia di terreno.

D’estate, in un terreno esposto al sole, formato in modo bilanciato da sabbia e argilla serviranno circa 5 litri d’acqua al metro quadro al giorno. Nelle stagioni miti, con un’evaporazione più limitata si può scendere alla metà. Se però ci si trova in zone ventose o in presenza di terreni particolarmente sabbiosi o drenanti a questo dato medio va aggiunto un 30% d’acqua. Questi numeri, ovviamente, vanno incrociati con il tasso di precipitazioni: va da sé che in un mese molto piovoso non sarà necessario provvedere con la stessa costanza all’irrigazione.

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